Con il lutto al braccio in memoria dei quattro morti nella tragedia di Adria, la Femi-Cz Rovigo compie l’impresa di espugnare il campo dei Tbilisi Caucasians qualificandosi così alla Challenge Cup (Cardiff Blues, London Irish e Grenoble i futuri avversari dei rossoblù).
E’ stato il match ruvidissimo che ci si attendeva, con i Bersaglieri penalizzati da due gialli contro uno dei georgiani. Ma è stato anche l’esame di maturità superato da Ferro e compagni, capaci di condurre fin dai primi minuti e di gestire un infuocato finale sigillato dal drop definitivo di Stefan Basson: 24-21 il finale. Si partiva dal 22-18 dell’andata (e dall’equivoco sul punteggio adottato…), ma si tratta comunque di una vittoria importantissima.
Sì, doppiamente importante. In primo luogo per la Femi-Cz, una squadra che ha perso diverse finali nei tempi recenti e che aveva bisogno di dimostrare – soprattutto a se stessa – la capacità di reggere le pressioni nei momenti topici. L’impresa di Tbilisi è il miglior viatico per l’Eccellenza che scatta il 5 ottobre con il solito obiettivo dello scudetto.
Ma la qualificazione è importante anche per il rugby italiano, in piena crisi di credibilità sugli scenari internazionali. Nello stesso giorno in cui le Zebre battono, pur rocambolescamente, l’Ulster, il presidente della Fir Alfredo Gavazzi dovrebbe questa volta dire grazie a Rovigo…