Nati per gioco fra vecchi compagni delle giovanili del VeneziaMestre che volevano tornare in contatto dopo essersi a lungo persi di vista, i Putei Veci nel giro di una decina d’anni sono diventati una realtà significativa del rugby cittadino.
Prima i sabati pomeriggio al “tocco” al Parco della Bissuola, poi l’idea di strutturarsi come società, quindi dal 2011 lo sbarco in una struttura della Gazzera divenuta passo dopo passo una casa accogliente sotto l’aura protettiva di Lollo Levorato, il leggendario pilone azzurro degli anni Cinquanta e Sessanta che con inconfondibile stile era stato il primo allenatore per molti di quei ragazzi.
Un rugby orgogliosamente vintage per vocazione e valori, tanto che i Putei Veci hanno scelto l’adesione alla Uisp - l’affiliazione alla Fir è solo di quest’anno – per dare la possibilità di giocare a gente di ogni età e di varia esperienza, anche neofiti assoluti della palla ovale.
Oggi attorno al club ruotano almeno 120 persone, inclusi i bambini coinvolti in attività delle Vipere. Goliardia e divertimento sono parte essenziale dell’avventura, ma questo ero chiaro fin da quando si coniò il nome della squadra.
Tre settimane fa il fattaccio. Ladri entrano al campo della Gazzerra (vulgo “Ghesbury Park”) e si portano via quel che trovano: bevande e alimentari, attrezzature da gioco incluse le magliette del minirugby, soprattutto un gazebo dato in comodato visto che i Putei Veci avevano appena chiuso la stagione con una grande festa finale per atleti, genitori e amici.
Il danno è quel che è (non si tratta della prima visita dei ladri, peraltro), ma quel che è peggio sono i 7.000 euro da trovare in breve per rimborsare il chiosco. Una cifra proibitiva per una squadra totalmente autofinanziata. «Saremo costretti a chiudere», si dichiara nello scoramento dei primi minuti.
Ma no, i Putei Veci non chiuderanno. «In queste settimane abbiamo ricevuto una solidarietà che non avremmo mai potuto immaginare», racconta il chairman Tommaso Mingati, «i primissimi a muoversi sono state le squadre del nostro campionato Uisp, gli avversari che abbiamo sfidato in questi anni come Torelli Sudati e Stella Rossa ma anche quelli con cui non abbiamo mai avuto occasione di confrontarci, come il Val Tanaro».
«Collette spontanee, mentre intanto facevamo partire il crowdfunding (ecco la pagina su Indiegogo: #Saveourrugbydream) e lanciavamo l’appello attraverso i social. Ciò che più ci ha colpito sono le persone che sono venute al campo per donare magari 10 euro: gesti importanti, che danno fiducia».
I Putei Veci hanno scoperto così di avere un sacco di amici in giro per l’Italia: su Indiegogo una significativa donazione è arrivata da don Mario Morreale, parroco ad Agrigento.
Nel mondo del rugby si sono mossi in tanti. Ultimi in ordine di tempo gli azzurri del seven attraverso il loro manager Orazio Arancio. E’ arrivata ai Putei Veci una maglia autografata, messa all’asta sarà un altro contributo alla causa.
«Grazie al tam tam di molta gente popolare del rugby siamo pure diventati famosi», scherza Mingati, «in ogni caso posso dire che dalla rabbia per il furto subito siamo passati ora alla gioia per tutto il sostegno ricevuto. Siamo ancora lontani dall’obiettivo dei 7.000 euro ma proseguiremo con le nostre iniziative e alla fine la differenza ce la accolleremo noi, a costo di qualsiasi sacrificio. Il nostro progetto di rugby va avanti».
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