Una nota della Federugby precisa le posizioni del presidente onorario Giancarlo Dondi, all’indomani dell’incontro di Piazzola sul Brenta in cui sembrava prendere forma un’alleanza con un progetto elettorale alternativo alla conferma di Alfredo Gavazzi. Queste le parole di Dondi:
Avevo lasciato il Veneto, ieri pomeriggio, soddisfatto dei tanti positivi spunti emersi nel corso del dibattito ed ho dovuto trovare oggi gli stessi argomenti e le mie affermazioni, sulla stampa e sul web, totalmente fraintesi o comunque – non volendo in alcun modo mettere in dubbio la buona fede dei redattori, che conosco da anni – del tutto decontestualizzati.
Tengo a precisare che, nel corso del mio intervento di ieri, non ho mai – e tengo a ribadire mai! – voluto muovere critiche al Presidente federale o all’attuale politica della FIR; tantomeno mi sono permesso di offrire il mio sostegno ad eventuali candidati che vorranno concorrere alla prossima Assemblea Ordinaria Elettiva del 2016. “Partiamo anche pochi, ma partiamo” è una frase che non mi appartiene in alcun modo.
Il mio ruolo di Presidente Onorario della FIR mi permette e mi impone di non entrare nel merito della contesa elettorale che non era, peraltro, il tema del piacevole e costruttivo dibattito di ieri: ho sempre rispettato l’istituzionalità dei ruoli che ho ricoperto in oltre cinquant’anni di carriera dirigenziale, in azienda e nello sport, e non ho certo intenzione di venire meno a questo mio modo di comportarmi all’alba degli ottant’anni.
Peraltro, so da chi ha organizzato e moderato l’appuntamento di ieri che la registrazione della giornata sarà presto disponibile, e potrà fare piena luce sulle mie dichiarazioni e sul contesto, assolutamente generico, all’interno del quale sono state pronunciate.
Una precisazione conclusiva: la frase “Si sa che chi lavora sbaglia, ma se sbagli troppo è meglio se stai fermo” è stata effettivamente da me pronunciata, ma in riferimento a quella che è stata la filosofia che ho sempre cercato di seguire nei miei sedici anni alla guida della Federugby ed in alcun modo in contrapposizione all’attuale gestione.
Ho sempre cercato di operare nell’interesse dello sport che amo sin da ragazzo e non sta a me dire se sono stato un buon Presidente. Di certo ho lavorato ogni giorno con l’intento di far crescere il rugby italiano in un clima di serenità ed armonia. Non ho alcuna intenzione di modificare oggi questo mio approccio.
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