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Nino Torcellan e Sergio Tonus, storie di rugby e Resistenza

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In occasione del Giorno della Memoria torno a raccontare due storie di rugby e Resistenza, scusandomi con chi ha già letto di Nino Torcellan e Sergio Tonus sul mio vecchio blog RugbyPeople.

Nino Torcellan,”Ivan”, Bassano del Grappa 1919-1944.

Inesauribile nel fiato, solido negli urti, audacissimo negli arresti al volo”: così veniva descritto Nino Torcellan nella cronaca di un Bassano-Venezia del 14 gennaio 1940, sul giornale locale Il Prealpe. In quel rugby elementare, fatto di gesti tecnici istintivi, a fare la differenza era molto spesso la prestanza fisica, magari maturata nella pratica di altre discipline.

Era proprio il caso di Nino. Classe 1919, aveva cominciato a praticare sport nelle file dei Balilla e quindi con la Gil. Atletica, nuoto, pugilato. In pista le doti di Torcellan sono subito evidenti. Nel 1939 è campione veneto nel salto con l’asta ma soprattutto nello sprint, con un record di 11″ nei cento metri che è allora di tutto riguardo e vale anche il primato italiano giovanile.

Quando a Bassano muove i primi passi la squadra di rugby, gli organizzatori pensano immediatamente al talento di Nino. Sono studenti dell’Università di Padova, vero centro di irradiazione per tutta la palla ovale veneta, i quali trovano sostegno nella locale Federazione dei Giovani Fascisti. Ragazzi come Ugo Gaiofatto e i due fratelli SebastianoAngelo Gasparotto  si sono già impratichiti con la nuova disciplina giocando nel Guf e disputando i Littoriali.

Nei campionati a livello regionale che il Bassano disputa fra il 1938 e il 1940 l’atleta Torcellan si fa subito notare. Viene convocato anche in una selezione triveneta che disputa nel 1938 un triangolare con squadre di Romania e Bulgaria c’è anche Nino, assieme al concittadino e compagno di squadra Carlo Zampierin.

Ma le gioie dello sport stanno terminando, per Nino e per i giovani italiani. Scoppia la guerra, nella quale il Bassano perderà Angelo Gasparotto, tenente medico, Gaiofatto, l’alpino Alban, l’aviere Finco, lo stesso primo presidente del sodalizio Lionello De Facci, anch’egli tenente. Il rugby scomparirà così dalla cittadina del Grappa fino alla rinascita del 1976.

Nino Torcellan – Giovanni all’anagrafe – allo scoppio del conflitto è già mobilitato a Brunico, arruolato nel 5° Reggimento di Artiglieria Alpina “Pusteria”. I suoi primi anni di vita li aveva trascorsi a Venezia, dove era nato e dove la sua famiglia era emigrata dal Grappa a fine Ottocento.

Dopo la prematura perdita della madre e del fratello minore era tuttavia tornato a Bassano, adottato dai nonni paterni. Nel giugno del 1940 si trova sul primissimo fronte della guerra italiana, quello francese. Sui monti piemontesi l’esercito fascista rivela immediatamente la sua impreparazione e Torcellan è fra coloro che ne fa le spese, rimediando una grave infermità alla vista.

Mentre ancora i giornali lo inseguono per narrare le sue gesta sportive, Nino comincia un tormentato viaggio fra gli ospedali militari che si concluderà nell’ottobre 1942 con il congedo assoluto dall’esercito e il ritorno alla casa di Borgo Angarano, alla destra del Brenta.Un evento che permette a Torcellan di evitare la campagna di Russia, a cui probabilmente sarebbe stato destinato con il Pusteria (drammatica esperienza vissuta, fra i rugbisti più noti, da Maci Battaglini). Viene assunto come impiegato alla Sade.

Giunge l’8 settembre 1943 e l’ambiguo ordine “tutti a casa”. Una decina di giorni dopo il territorio vicentino è già occupato dalle forze naziste. Come ogni giovane italiano, Nino si trova di fronte ad una scelta terribile. Decide per la montagna e la Resistenza, forse per l’ascendente di uno zio veneziano di idee socialiste. Intanto il 5 gennaio 1944 sposa Maria Antonia Cortese, di due anni più giovane. Il viaggio di nozze si svolge a Venezia.

Con il nome di Ivan, Torcellan prende parte alla lotta partigiana con il gruppo di Luigi Moretto “Negro”, attivo nel bassanese e che vede coinvolta anche Maria Antonia (“Toni”). Tra l’agosto e il settembre 1944 le forze naziste approntano un’iniziativa su larga scala per annientare la Resistenza sulle Prealpi vicentine (si tratta delle operazioni che condurranno al noto episodio dell’eccidio di Bassano, quando 31 giovani furono impiccati nelle strade della cittadina).

Il 12 settembre i tedeschi conducono un rastrellamento in Val Gallina. Nino riesce a mettere al sicuro la moglie, mentre i partigiani si disperdono. Il suo corpo senza vita verrà ritrovato alcuni giorni dopo assieme a quello dell’amico Alfredo Munari. Il 9 dicembre 1944 Maria Antonia darà alla luce un bambino al quale verrà dato il nome del padre.

 

Sergio / Serge Tonus, Chiarano 1927.

Il campionato francese del 1951 rimane negli annali per l’incredibile successo del Carmaux, che nelle sue fila schierava anche Alexis Dalla Riva, nato a Malo nel 1920 (probabilmente Alessio, prima della naturalizzazione).

Quel Tarbes sconfitto a sorpresa nella finale di Tolosa schierava un reparto di terza linea – Save, Paradge, Tonus – che è ritenuto ancor oggi fra i migliori nella lunga e gloriosa tradizione del club e che ci conduce alla singolare storia di un altro dei molti protagonisti di origine veneta nel rugby transalpino.

Serge Tonus, Sergio all’anagrafe, nasce nel 1927 a Chiarano, piccolo paese dell’area agricola compresa fra Oderzo e San Stino di Livenza. Non è che un bambino quando la famiglia emigra nel Gers, sud-ovest francese. Ed è solamente un ragazzo di 17 anni quando si arruola nella Resistenza, spinto dall’assassinio per mano nazista dei coniugi Bordes, genitori del suo migliore amico.

Battesimo di fuoco per Tonus è la celebre battaglia di L’Isle-Jourdain, con cui il 20 agosto 1944 i partigiani francesi ottengono un successo decisivo per la Liberazione del Midi Pyrénées. Combatte poi sul fronte dell’Atlantico ma quando le FFI (Forces Françaises de l’Intérieur) vengono incorporate nell’esercito regolare Tonus viene rimandato a casa per un doppio insormontabile problema: è italiano e non ha ancora compiuto diciotto anni.

Finita la guerra, veste la sua prima maglietta da rugby con l’US L’Isle-Jourdain. Passa al Tournay, dove si mette in luce come una terza linea coriacea ma mobile allo stesso tempo. Così viene presto reclutato dal Tarbes, in quel momento una delle potenze del rugby francese.

Il club ha ambizioni da titolo. Il Bouclier de Brennus sembra già nella direzione di Tarbes quando nella finale del 1951 Tonus e compagni si ritrovano di fronte la sorpresa Carmaux. Il match si rivela una sfida fra calciatori, con i favoriti che posso usufruire della precisione e l’esperienza dell’estremo René Chaubet (aveva già giocato la finale del 1946 con il Lourdes, ma da… seconda linea). Proprio un errore di Chaubet regalerà però il successo al Carmaux. Dopo la delusione, il Tarbes si sfalda e tornerà ai vertici del rugby transalpino solamente alla metà degli anni Sessanta.

La carriera di Tonus proseguirà con il passaggio al XIII nel Racing Albi. Nel nuovo codice diviene una vera stella. Ottiene due titoli di Francia con l’Albi, nel 1956 e nel 1958, e approda regolarmente in Nazionale fra il ’57 e il ’60 (17 presenze). Disputa anche la seconda Coppa del Mondo del codice a XIII, nel 1957 in Australia.

Nel 1960 assume il doppio ruolo di giocatore-allenatore del Villefranche de Rouergue, dove diviene un vero punto di riferimento. Impegno che conserverà fino al ’67 quando, a 40 anni, deciderà di smettere. Vive oggi a Palavas, presso Montpellier.

 

(Foto e notizie su Nino Torcellan sono tratte dal libro di Paolo Tagini “L’atleta partigiano”, Anpi-Attilio Fraccaro Editore)

“La terra del rugby” su Facebook: https://www.facebook.com/terradelrugby.

Twitter: @elvislucchese


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