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Channel: Elvis Lucchese – La Terra del Rugby – Veneto blog
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Il coraggio, l’impegno, il rugby. Tutte le mete di Gianca

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Gianca ha vent’anni quando sul campo da rugby avviene l’incidente che stravolgerà la sua vita. «Ricordo ogni secondo di quello che è successo, la mischia che cede, io che crollo a terra e sento “perdere” le braccia, le gambe», racconta oggi di quel 21 novembre 1993. Giancarlo Volpato gioca tallonatore, la partita è Mira-Bassano di serie C2.

Per un ragazzo di un paese che vive di palla ovale come Mirano, e tanto più per un ragazzo che abita con i genitori e i due fratelli appena ad un centinaio di metri dallo stadio delle imprese dell’allora Blue Dawn, approdare al rugby era stato un passaggio naturale, quasi obbligato.

«Avevo cominciato ai tempi dell’under13. Io e i miei compagni di scuola giocavamo tutti, idem amici e parenti, non era neanche questione di scegliere. Compiuta tutta la trafila delle giovanili, era ormai il momento, non facile, del passaggio in prima squadra. Il nostro allenatore Adriano Novo, con cui sono ancora legatissimo, decise che sarebbe stata utile una stagione per fare esperienza a Mira, scendendo di categoria. Quindi andammo in prestito diversi ragazzi fra i quali Diego Sanguin e mio cugino Nicola Volpato (faranno in seguito una lunga carriera nel Mirano, da giocatore e allenatori, ndr)».

«Avevo appena fatto la maturità, ero in attesa di partire per il militare. Avrei dovuto cominciare ad andare nelle scuole per quelle ore in cui si fa iniziazione al rugby per conto della società, e intanto cercavo lavoro. Poi però è successo quel che è successo, tutto è cambiato per me e per la mia famiglia».

L’incidente probabilmente ha conseguenze ancora più gravi per Gianca a causa di un inadeguato primo soccorso. Oggi nel rugby c’è una consapevolezza diffusa sulle modalità di intervento in caso di infortuni che possono riguardare lesioni spinali, sulla necessità cioè di immobilizzare l’atleta utilizzando il collare e di trasportarlo solo con apposita barella (come capita talora di vedere in tivù e sui campi).

Consapevolezza che ha a che fare anche con l’enorme lavoro svolto dall’Associazione La Colonna, che rappresenta l’impegno della “seconda vita” di Giancarlo Volpato, anima e presidente del sodalizio dalla sua fondazione nel 2001. «All’inizio si è trattato soprattutto di raccogliere informazioni sulle lesioni spinali, anzitutto per me stesso. Con i miei amici, che erano principalmente quelli della squadra ma non solo, ci siamo tuttavia resi conto che il materiale era scarsissimo».

«Così è nata quella banca dati che ha dato il via all’attività dell’associazione e che è ormai un riferimento per tutte le persone con questo problema, non solo in Italia. Attualmente lavoriamo per due obiettivi principali: finanziare la ricerca scientifica e migliorare la qualità della vita dei disabili negli aspetti più concreti e quotidiani». 

Nell’ultima decina d’anni della Colonna e di Gianca il mondo del rugby ha sentito parlare spesso. Per dare una mano si sono mossi in molti, vip e gente normale. Restando ai nomi noti, una star mondiale come John Kirwan: la sua fondazione JK14, da sempre attiva a fianco dell’associazione, organizza per La Colonna la traversata a nuoto Desenzano-Sirmione domenica prossima. E il quartetto che l’anno scorso ha organizzato Una vetta per Gianca – Gori, Nitoglia, Campagnaro e Minto, questi ultimi miranesi come Volpato – e che il 1° agosto ci riprova con Una meta per Gianca a Jesolo, “convocando” l’intera Nazionale azzurra. Si guarda di volta in volta ad un traguardo preciso, l’impegno ora è il sostegno al dottor Guido Fumagalli nella ricerca sulle cellule staminali.

Il rugby si è dimostrato presente anche a livello istituzionale. La Fir sotto la gestione Gavazzi ha sbloccato il fondo a favore dei giocatori vittime di infortuni invalidanti, un contributo che la famiglia Volpato considera importantissimo. In Italia i rugbisti in condizioni di disabilità sono 8 (sono di più solo negli sport motoristici e altrettanti nel calcio, che ha però un numero ben maggiore di praticanti).

Va ricordato che – a differenza delle vittime di incidenti in ambito lavorativo – l’atleta può contare solamente sul risarcimento dell’assicurazione sportiva, che tuttavia si rileva ben poca cosa rispetto alle nuove esigenze mediche e assistenziali dell’infortunato.

Il rugby, anzi la gente di rugby, rimane a fianco di Giancarlo Volpato. «Ho sempre avuto la fortuna di avere intorno molti amici, e di nuovi ne continuo a trovare».

«Per il rugby, quella mia grande passione che mi ha tradito, ho avuto come un rigetto per molto tempo. Ma in un modo o nell’altro il rugby c’è sempre stato. Perfino nel momento più difficile, ironia della sorte, quando mi trovavo in ospedale a Treviso in Terapia Intensiva e non potevo pensare altro che a cercare di sopravvivere, ci fu un primario che era appassionato e mi mise vicino un televisore con le partite in vhs…»

«E poi nel mio recupero è stato decisivo quanto fece all’ospedale di Vicenza un dottore che si chiama Marzio Innocenti. Nel tempo sono nate amicizie come quelle con John Kirwan o con Carlo Checchinato e Alessandro Moscardi, fino a quelle più recenti con Ugo, Ludo e i miei concittadini Francesco e Michele. Ora ho anche ripreso a vedere le partite in televisione, proprio perché a scendere in campo ci sono tanti amici».

 

“La terra del rugby” è su Facebook: https://www.facebook.com/terradelrugby

Twitter: @elvislucchese


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