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Channel: Elvis Lucchese – La Terra del Rugby – Veneto blog
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Modello Pumas. Alejandro Canale e il rugby azzurro visto dall’Argentina

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La competenza e lo stile hanno reso Alejandro Canale una delle figure tecniche più apprezzate nel rugby italiano. Sessant’anni, padre dell’azzurro Gonzalo e di Alejandro jr. per tutti “Magoo”, l’argentino in Veneto è passato da Silea, Padova, Mestre e Rovigo, alternandosi fra l’attività in campo come allenatore e quella di direttore sportivo dietro la scrivania.

Era proprio ds del Calvisano – e con una campagna-acquisti già avviata – quando il club lombardo decise di autoretrocedersi in serie A-2…

Il presente di Canale parla però nuovamente lo spagnolo del paese dei Pumas, nella fattispecie con la cadenza della natìa Córdoba.

Non una regione qualsiasi, ma anzi l’area argentina con maggiore vocazione rugbistica dopo il grande bacino metropolitano di Buenos Aires, serbatoio importante anche per la nostra nazionale (dice niente il nome di Diego Dominguez?).

L’impegno di direttore sportivo della Unión Cordobesa e dei suoi Dogos non impedisce comunque a Canale di seguire con attenzione le sorti del nostro rugby. «Il lavoro con la UCR sta dando grandi soddisfazioni e dal punto di vista personale il ritorno in Argentina mi offre la possibilità di arricchirmi ulteriormente, grazie alla passione e alle esperienze con le quali mi confronto», inizia a spiegare il dirigente, che nello staff ha voluto con sé anche l’ex Rovigo Carlìn Ayala.

I Dogos hanno sfiorato il successo nel campionato argentino (che si disputa a livello di provincie), cedendo al Tucumán dell’ex Benetton Diego Vidal solo per il risultato dello scontro diretto, mentre il titolo è meritatamente arrivato a livello di under 21 a conclusione di un cammino di sole vittorie. «Córdoba ha una grande tradizione, ma l’anno scorso era arrivata solo quinta su sei provincie. Quindi il risultato di questa edizione, assieme al successo dell’under 21, è per me motivo di grande orgoglio».

Oggi Canale è testimone (e in qualche modo anche attore) della “fuga in avanti” dei Pumas, capaci di colmare il gap verso il vertice mondiale mentre il nostro movimento accusa lo stesso ritardo di sempre.

«E’ da qualche anno che l’Argentina ha iniziato una trasformazione nel sistema di sviluppo dei suoi atleti di interesse nazionale. E credo lo stia facendo molto bene. Il Plan de Alto Rendimento messo a punto dalla UAR viene sviluppato nei cinque centri distribuiti in tutto il territorio nazionale. I giocatori coinvolti per il 2015 sono 64 a livello seniores, più 33 under 20, 56 under 19 e 46 under 18. I seniores rientrano nel progetto dei Pumas, assieme agli argentini che giocano all’estero».

«Bisogna sottolineare che la partecipazione al Championship, poi, ha permesso di consolidare la filiera, che sforna regolarmente nuovi giocatori destinati al massimo livello. Ben 18 dei Pumas che hanno giocato gli ultimi test di novembre arrivano dal Plan de Alto Rendimento».

La differenza principale fra noi e loro? Canale: «A mio parere c’è una sola grande differenza: che i giovani argentini accedono più facilmente alle competizioni di alto livello. Non c’è molto divario a livello giovanile, come dimostrano i risultati recenti. Ma i tecnici argentini non hanno problemi a concedere ai giovani la possibilità di dimostrare il proprio valore».

«Lo abbiamo visto tutti ai test di novembre. Contro avversari come Scozia, Italia e Francia hanno giocato ragazzi di ventuno, ventidue, ventitre anni, praticamente esordienti nel rugby internazionale (Isa, Moroni, Lavanini, ndr). Sono arrivati grandi risultati. Non tanto o non solo le vittorie contro Italia e Francia, ma perchè è cresciuta la fiducia nelle potenzialità e nei metodi. E il numero di giocatori nel giro dei Pumas continua ad allargarsi».

Trevigiano adottivo, Canale non ha affatto chiuso la porta ad un eventuale ritorno in Italia. «Una certa nostalgia c’è, l’idea è sicuramente di rientrare. Ma l’opportunità di guidare la seconda Union argentina non si poteva rifiutare e ora ci tengo a portare a compimento il progetto ambizioso che abbiamo messo a punto. Nel rugby italiano continuo ad avere molte amicizie e molti contatti, se arriverà un’offerta seria la valuterò a tempo debito».

“La terra del rugby” è su Facebook: https://www.facebook.com/terradelrugby.

Twitter: @elvislucchese


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