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Channel: Elvis Lucchese – La Terra del Rugby – Veneto blog
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Roggia, Cae de Oro, Oca Bianca. A Treviso, fra rugbisti dietro il bancone e in cucina

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Il cuore della Treviso del rugby è senza dubbio Piazza Trentin, dove si trova lo Shiraz, il locale che è stato una seconda casa per la generazione dei rugbisti viveur alla Piero Dotto; dove si può far spese nel negozio specializzato Akka Store; dove non a caso il Benetton aveva celebrato negli ultimi anni le presentazioni della squadra ai tifosi; e ancora dove ha lo studio l’architetto Giorgio Fantin alias “Ciccio”, memoria storica dei tempi della Feama e della epica avventura delle Red Panthers.

E’ da piazza Trentin, dunque, che il foresto dovrebbe far partire la sua esplorazione fra i locali cittadini dallo spirito ovale.

Cominciando magari con un’ombra e un paio di cichetti come si deve alla Roggia.

Si tratta di un’osteria semplice e popolarissima che dà sulla piazza, giusto a fianco dello Shiraz, e che si concede un paio di graziosi tavoli lungo appunto il Cagnan della Roggia.

Anche se arrivata solo di recente nel ricchissimo panorama trevigiano della categoria (apertura nel 2012), il locale ha già molti aficionados e fra questi inevitabilmente parecchia gente di rugby.

Dietro al bancone – la silhouette di quasi due metri si riconosce da lontano – c’è infatti Federico Minello, faccia notissima sui campi veneti dopo una quindicina di stagioni di battaglie in touche e in ruck con maglie di vari colori (Casale, Mogliano, VeneziaMestre, Viadana, Catania, Parma sia Gran che Amatori, fino a sfiorare l’azzurro…). Si mangia, ma la Roggia resta soprattutto un divertente posto da spriz e aperitivi.

Altri locali da rugbisti? La scelta è infinita. Con il nostro sport Treviso ha legami profondi. E il rugby, prima di giungere ad un approccio professionistico anche nello stile e negli orari, qui è sempre stato declinato in toni assolutamente festaioli, fra “Signore e signori” e “I vitelloni”. In città aleggia ancora la leggenda del Players.

In centro si ritroveranno magliette biancoverdi e foto di squadre appese un po’ ovunque. Ad esempio dai Nanetti (per il foresto di prima: panini eccezionali) o da Trevisi.

Una ragguardevole collezione di maglie, non solo di rugby, può annoverare la pizzeria Sant’Agostino, per tutti “Catello”, una delle prime ad aprire in città.

Ma dopo un prosecco o uno spriz potrebbe venire voglia di mettere le gambe sotto il tavolo. E anche al capitolo ristoranti la scena trevigiana si conferma vivacissima. Scena orfana delle Beccherie, chiuso nel 2014 dopo 76 anni: Aldo Campeol, giocatore della Faema e più tardi allenatore ai tempi Metalcrom/Benetton, vi inventò il tiramisù (mentre altre dolcezze in città venivano prodotte nelle pasticcerie Casellato, rugbisti per due generazioni).

Cenare, dunque. L’indirizzo giusto è Cae de Oro, locale di pochi coperti ma dove andare sul sicuro con piatti della tradizione veneta, ma non solo; comunque con un menu che varia nel rispetto della stagionalità. Mauro ha anche sempre qualche chicca da proporre quanto a vini e whisky.

Nell’ambiente si respira l’aria simpatica e genuina dell’osteria sotto i portici, con frequentatori per lo più abituali. Sono passati molti anni da quando, prima della Legge Merlin, la zona della Cae de Oro era destinata ad appuntamenti licenziosi.

Mauro Erri è nipote d’arte (lo zio Flavio fu scudettato nel 1956 dello stesso Feama di Ciccio Fantin e Loris Casellato). Lui smise al tempo delle giovanili. Forse il rugby ha perso un giocatore dei tanti, ma guadagnato un oste appassionato.

L’altro ristorante di ispirazione rugbistica che ci sentiamo di raccomandare è uno dei locali più antichi di Treviso, l’Oca Bianca nel centralissimo Vicolo della Torre. Trattoria che porta la data del 1921. L’ambiente, dal calore familiare, è rimasto fedele alla sua storia, arredi in legni e quadri restituiscono ancora l’idea di quei cenacoli di provincia aperti ad artisti, letterati e outsider vari, quale l’Oca Bianca fu in altri tempi.

Dietro ai fornelli Gigi Chiarelli, ex mediano di mischia, ora in piena maturità convertitosi come molti al touch. Cucina du terroir anche in questo caso.

Non manca mai il baccalà, ne’ può mancare – in stagione – il radicchio rosso, principe ormai della cultura gastronomica trevigiana.

Fuori dalle mura, doverose alcune citazioni. Il ristorante della famiglia Mazzariol al mercato ortofrutticolo, cioè al Mercato. Il locale che è il numero uno in città secondo le recensioni di Tripadvisor, il ristorantino Carbone specializzato nella carne, che vede alla griglia Mauro Vendramin alias “Carboncino” (ne abbiamo già parlato qui).

E infine le delicatessen offerte da Emporium, negozio di gastronomia che riassume tutta l’esperienza di Arturo Zucchello, per oltre mezzo secolo casolìn ambulante. “Ceto”, classe 1931, fu l’anima della palla ovale trevigiana nel dopoguerra e giocò anche due partite con la Nazionale. Fra formaggi e insaccati (e qualche chiacchiera di rugby), oggi è al lavoro la quarta generazione dei Zucchello.

La terra del rugby è su Facebook: https://www.facebook.com/terradelrugby

Twitter: @elvislucchese


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